Il tecnico ha portato al successo i Giovanissimi, così che tutta l’agonistica biancorossa il prossimo anno disputerà i massimi campionati.
INTERVISTA DI: Ferdinando Di Genua.
Una stagione dominata, dall’inizio alla fine. Quanto lavoro c’è dietro questo risultato?
“È stata una stagione straordinaria. Siamo partiti con l’obiettivo di provare a vincere per tornare nel massimo campionato della categoria Under che mancava da otre un decennio. Il gruppo è stato rinnovato e anche rinforzato; inizialmente abbiamo fatto fatica a trovare il vestito giusto, in base alle caratteristiche dei ragazzi. Abbiamo lavorato duramente e, grazie alla disponibilità di tutti, alla fine siamo venuti fuori. Il lavoro è stato di staff e ognuno ha fatto la propria parte in maniera esemplare, a cominciare dal mio vice, Edoardo Tonelli, al Prof. Alessio Stocchetti, che ha svolto le sue attività con la professionalità che ben conosciamo. La vittoria finale è stata la somma di tutti questi fattori, insieme alla crescita esponenziale di tutti i calciatori”.
Quali sono le caratteristiche della categoria che hai allenato in questa stagione?
“Il campionato regionale A è notoriamente un campionato difficile e lo diventa ancor di più se devi vincere a tutti i costi. Quindi bisogna gestire la pressione, gli avversari che giocano la partita della vita, cambiare il modo di interpretare la gara in base all’avversario e talvolta alle condizioni del campo. È capitato anche di aver snaturato il nostro modello tattico e di costruzione per portare a casa il risultato, giocando come si suol dire “sporco” e anche questo fa parte del percorso di crescita che dicevo prima. La mentalità vincente si costruisce così. Ricordo inoltre che per i ragazzi è la prima vittoria importante nella loro breve storia di calciatori e sicuramente quella che non dimenticheranno mai”.
Quanta responsabilità c’è nell’allenare dei ragazzi in un’età così importante per la loro crescita?
“Sinceramente non avevo mai allenato questa categoria; finora avevo fatto solo prime squadre e, nel giovanile, l’Under17. Abbiamo dovuto rimodulare il lavoro soprattutto per quanto riguarda i fondamenti della tecnica e tattica di base, ci siamo concentrati molto sulle situazioni di gioco cercando sempre di far arrivare il giocatore alla soluzione senza imporre nulla. Voglio sottolineare che il grande merito va soprattutto ai ragazzi che hanno recepito in pieno i nostri insegnamenti in tempi relativamente brevi”.
Cosa significa rappresentare una società come l’Orvietana?
“È la terza volta che torno all’Orvietana e, come le altre volte, sono riuscito a portare a termine con successo la missione. L’Orvietana è tra le società più longeve e importanti della regione. Al suo interno è tutto amplificato e bisogna avere esperienza e coraggio per tenere la pressione e, soprattutto, essere convinti del proprio lavoro senza subire condizionamenti. Infine ringrazio il presidente e i responsabili dell’agonistica per avermi per l’ennesima volta rinnovato la fiducia, che penso di aver ripagato pienamente”.