Il Responsabile Tecnico del Settore Giovanile Agonistico Giuseppe Olimpieri fa il punto della stagione.
Dietro al trionfo storico della prima squadra, che inevitabilmente ha fatto da traino, c’è da vantarsi anche di una stagione d’oro per il settore giovanile agonistico dell’Orvietana calcio. Di solito i successi della cantera non si misurano solo con i risultati, soprattutto dopo il lungo stop per la pandemia, tanto che anche il solo fatto di essere riusciti a ripartire consentendo a tanti giovani di tornare alla salutare vita sportiva, è già un grande successo.
Ma se poi gli Under 19 ottengono l’obiettivo playoff, gli Under 17 vincono un campionato difficilissimo e a girone unico laureandosi campioni dell’Umbria, gli Under 16 si ritrovano anch’essi vincitori del torneo, gli Under 15 finiscono secondi e gli Under 14 ben figurano nella zona alta della classifica del loro campionato, allora è inevitabile che Peppe Olimpieri, appena tornato all’Orvietana come responsabile tecnico, non possa far altro che ostentare tanta soddisfazione.
“Non ci sono segreti per quanto accaduto, sono tornato ad Orvieto dove ho trovato una base organizzativa solida che mi ha consentito di occuparmi solo di quanto di mia competenza, ovvero del lato sportivo e tecnico, andando ad individuare i giusti allenatori, scegliendo il preparatore atletico e poi programmando gli obiettivi, un lavoro duro ma che se fatto con alle spalle un’organizzazione quasi perfetta, diventa ovviamente più facile”.
Poi sei anche una sorta di porta fortuna, di solito appena arrivi in una società ottieni subito successi!
“È vero, era successo anche ad Acquapendente, chiaro che occuparsi di così tante squadre, una peraltro anche allenata di persona, richiede impegno e determinazione. Abbiamo avuto modo di selezionare i ragazzi di maggior talento e di farli crescere anche giocando insieme ai più grandi, tanto che ad esempio 5 di quelli che hanno vinto il torneo Allievi avrebbero in teoria dovuto giocare con l’Under 16, ma è successo un po’ in tutte le categorie. Il vero obiettivo è far divertire tutti, facendo emergere i più talentuosi”.
Se poi arrivano anche i risultati, allora significa proprio che il lavoro è stato eseguito a regola d’arte.
“Quest’anno abbiamo avuto la fortuna, ma anche la bravura, di creare un ambiente fantastico. Ovvio che davamo anche un occhio alle classifiche, poi l’entusiasmo dei successi della prima squadra ha anche aiutato. Sull’Under 17 avevamo intuito che si sarebbe potuto ottenere un grande risultato, era una sorta di sogno in un cassetto che si è realizzato, ma tutte le squadre dell’agonistica giovanile biancorossa hanno dato il massimo e ci hanno regalato ottime soddisfazioni. Sottolineo che è stato un lavoro costante, non solo quello a tavolino pre-stagionale, ma soprattutto quello continuo durante l’anno, va un plauso a tutti i tecnici e a tutto lo staff”.
Proviamo già a dare uno sguardo al futuro?
“In realtà è da gennaio che programmiamo la prossima stagione, al di là delle scaramanzie avevamo capito l’esito del risultato della prima squadra e stiamo da tempo pensando anche alla nuova realtà del campionato nazionale Juniores che andremo ad affrontare, sono sicuro che riusciremo ad allestire tutte formazioni competitive, soprattutto nell’ottica di fornire giovani per la prima squadra. Ma anche nei campionati dei più giovani, a livello regionale, continueremo ad avere soddisfazioni. Stiamo lavorando per alzare il livello tecnico sia facendo crescere i ragazzi già in maglia biancorossa, sia attirando altri talenti dal comprensorio limitrofo”.
Ma insomma come è stato il tuo ritorno a Orvieto, come ti sei trovato?
“Ho avuto la fortuna di tornare in una stagione esaltante, oltre a ringraziare il presidente Roberto Biagioli, senza il quale non si sarebbe potuto fare nulla e che non ci ha mai fatto mancare nulla, io devo dedicare questi successi a Massimo Porcari, sono oltre 30 anni che opera a livello di settore giovanile e queste vittorie se le merita, anche perché se, come ho detto, ho trovato una base organizzativa di primo livello è anche grazie alla sua esperienza. L’unico problema, ma so che riguarda tutta Italia, sono le strutture, abbiamo tante squadre, tanti ragazzi, ma pochi campi e non tutti in perfette condizioni, questo è un fattore limitante, spero che anche con qualche piccolo passo, si possa migliorare anche sotto questo aspetto!”.